Conto Energia, certificazioni energetiche, moduli e inverter: i chiarimenti del GSE

Il quinto conto energia, che secondo le richieste delle associazioni avrebbe dovuto semplificare le procedure di accesso agli incentivi, ha invece introdotto alcune novità davvero difficili da interpretare, o meglio decreto e regole applicative danno tante indicazioni, ma poi moltissimi casi reali non trovano riscontro. E’ il caso in particolare delle certificazioni energetiche, e delle complicazioni che introducono. Il GSE ha pubblicato un chiarimento che comunque toglie dubbi solo su una questione. Ovvero che un edificio privo di impianto di riscaldamento non può accedere agli incentivi.

Il 6 settembre infatti, il GSE in relazione ai numerosi quesiti pervenuti sulla definizione di edificio energeticamente certificabile e sulle certificazioni/attestazioni richieste per i moduli e gli inverter ai sensi del D.M. 5 luglio 2012, ha predisposto un documento nel quale vengono forniti agli operatori alcuni chiarimenti da tenere in considerazione per l’ammissione alle tariffe incentivanti.

In merito alla definizione di edificio (di cui al D.P.R. 412/93) “energeticamente certificabile” il GSE precisa che gli edifici devono essere provvisti di un impianto termico destinato ad una adeguata climatizzazione invernale, così come definito nel D. lgs. 192/05 e s.m.i. e che  le altezze minime interne e le superfici utili dei locali devono rispettare i requisiti previsti dalla normativa vigente in materia (Decreto Ministero Sanità 5 luglio 1975 e s.m.i.).

Questa precisazione taglia le gambe a molti fabbricati (ad esempio i fabbricati rurali) che quindi non potranno accedere alle tariffe su edifici e a tutti i benefici collegati, ovvero l’installazione di impianti integrati innovativi, la tariffa premio per lo smaltimento dell’amianto, etc. Inoltre nel recente “question time” sul tema del Quinto Conto Energia tenuto nell’ambito della manifestazione Zero Emission Rome, alcune domande hanno ricevuto una risposta molto negativa. Ad esempio alla domanda se un impianto installato in una pertinenza staccata (ad esempio un garage) dall’edificio (villetta) dotato di certificazione energetica può accedere agli incentivi per impianto su edificio, la risposta è stata NO

Onestamente non capiamo perchè una pertinenza di un edificio certificato, che non ha bisogno di impianto di riscaldamento, non possa ospitare un impianto a servizio di un utenza di fatto situata in un fabbricato energeticamente certificato. Il garage è di fatto un locale dell’edificio, non ha riscaldamento ma compare nella certificazione energetica, e fa parte quindi dell’edificio certificato. Secondo noi è assurdo, a maggior ragione se l’impianto è a servizio dell’abitazione.

Ma non capiamo nemmeno perchè si debba rimanere in attesa di chiarimenti a voce o approfondimenti perchè 30 pagine di decreto e oltre 100 pagine di regole applicative non riescono a fornire le sufficienti specifiche. Pensiamo sarebbe stato sufficiente fare qualche esempio, anche perchè non sarebbe stato difficile fare ipotesi sulle varie casistiche che sarebbero potute capitare.

Nello stesso documento il GSE fornisce anche indicazioni sui certificati di moduli fotovoltaici e inverter, sui quali rimandiamo alla lettura del documento che in questo caso è abbastanza chiaro.

Clicca qua per leggere i chiarimenti del GSE

Author: Stefano Caproni

Perito Elettrotecnico, mi occupo di progettazione di impianti elettrici, energie rinnovabili, consulenza e progettazione di impianti fotovoltaici. Profilo linkedIn

135 commenti a “Conto Energia, certificazioni energetiche, moduli e inverter: i chiarimenti del GSE

  1. Se il fabbricato rurale (d/10 di turno ) o anche il (D/8 di turno) ha un ADEGUATO impianto o sistema di riscaldamento , di conseguenza la struttura e’ energeticamente certificabile quindi edificio con tutti i benefici del caso . Sbaglio o dico bene ?
    grazie

    1. Si indipendentemente dalla categoria catastale, se i l fabbricato rispetta il requisiti del DPR 412/93, ed ha un impianto di riscaldamento che ne permette la certificazione, è considerato edificio. Questo è quello che dice il GSE, poi come sempre con loro da il dire è il fare c’è di mezzo il mare, o meglio l’oceano……. 😉

  2. Io non ne sono più convinto, mi pare che gli edifici rurali vengano equiparati alle pergole serre quindi prendono la media delle tariffe e la beffa correggetemi se sbaglio è che se un edificio rurale smaltisce l’amianto non percepirà il premio dello smaltimento in quanto non è edificio….
    sbaglio?
    grazie

    1. Ciao Alberto, di base è come dici, edificio rurale tariffa media, non puoi fare smaltimento ne integrato innovativo.
      Ma come dice la guida, se il se il fabbricato (anche rurale) rispetta il requisiti del DPR 412/93, ed ha un impianto di riscaldamento che ne permette la certificazione, è considerato edificio.
      Vedi pagina 87 delle regole applicative.

  3. si certo grazie, ma è una combinazione di cose remota edifici rurali di solito ricovero attrezzi agricoli o via dicendo non ne ho mai visti riscaldati…..

  4. Ciao Alberto io non ho detto che ce ne sono in giro migliaia, ho solo riportato quello che dicono le regole applicative. In ogni caso io sto facendo da cavia, ho una stalla con le caratteristiche di edificio (quattro pareti in muratura, porte e finestre, tetto in pannelli di cemento). Installo riscaldamento elettrico (bastano 15kW) e faccio certificazione energetica. Voglio vedere cosa mi dicono.

  5. hai pienamente ragione….fammi sapere come andrà a finire anche se credo che quando avrai un riscontro sarà troppo tardi….

    1. Ok, in ogni caso se avrò problemi mi rivolgo ad un legale 😉
      Anche Tuttonormel (non so se sei abbonato) ha steso (e so che ha sottoposto la cosa al GSE) un diagramma di flusso dove è chiaramente applicabile la tariffa su edificio se il rurale è chiuso e certificabile.
      Speriamo………

  6. Buonasera Stefano.

    Domanda: Un edificio ad uso artigianale, senza impianto di riscaldamento (con impianto fotovoltaico sulla copertura), non può accedere a nessun tipo di incentivo?
    Nemmeno quello relativo ad altri impianti?

    Grazie, saluti

    1. Ciao Antonio, purtroppo direi proprio di no 🙁
      L’unica possibilità è che sia un edificio a destinazione produttiva non soggetto a obbligo di certificazione energetica, ovvero gli edifici non residenziali i cui ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili.
      Altra possibilità è che l’impianto fotovoltaico sia stato autorizzato prima del 11 luglio 2012.
      La cosa assurda è che una pensilina, una pergola o una tettoia vi possono accedere, un edificio non riscaldato invece no. Tutto assurdo.
      Se vuoi approfondire, articolo 7 comma 8 del decreo, lì si dice chi può e chi non può, come sempre da leggere e interpretare 🙁

  7. Domanda:
    Un autorimessa esterna all’ edificio, catastalmente censita C/6… posso richiedere la tariffa su edificio di cui è pertinenza?
    Saluti

    1. Ciao Carmine,
      non ho capito bene, intendi fare l’impianto sull’autorimessa considerandola come parte dell’edificio ?
      Se intendi quelli direi di no.
      Ameno che non sia un edificio energeticamente certificabile con riscaldmaento, a quel punto è equiparato ad edificio, oppure potrebbe se fosse un fabbricato rurale accatastato in C/6 (tarioffa media, pagina 31 e 32 delle regole applicative).

  8. L’edificio è energeticamente certificabile!
    Non credo abbia senso parlare di certificare energeticamente un box auto(anche perchè potrei installare un condizionatore e via…).

    1. Ciao Carmine, purtroppo non si può parlare di cosa abbia senso e cosa non abbia senso quando c’è di mezzo il GSE, ma nel chiarimento sono stati molto “chiari”, gli edifici devono essere provvisti di un impianto termico destinato ad una adeguata climatizzazione invernale, così come definito nel D. lgs. 192/05.
      Se hai i requisiti, hai tutti i diritti di accedere alle tariffe per impianti su edificio 😉

  9. Ciao, Carmine
    Credo sia assurdo parlare di edifici energetica mente certifica ili solo adesso, penso che il problema del riscaldamento potrebbe essere risolto con delle stufe elettriche ca collocare nei locali dell’abitazione. Inoltre, volevo conoscere il tuo parere: se sia possibile montare un impianto integrato innovativo sul tetto di una attivita’ commerciale che e’ anche una pertinenza dell’abitazione principale; se sia possibile inserire un impianto integrato in un magazzino sempre di pertinenza dell’ abitazione che e’ stato rifatto il tetto ma che risulta da ristrutturare.
    A presto
    Angelo

  10. Ciao Stefano, ti volevo chiedere un’opinione riguardo la precisazione del GSE del 24/09/2012: “la definizione di “edificio energeticamente certificabile” si applica ai soli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative di cui all’art. 8 e allegato 4 del DM 5.7.2012.”

    “A tale riguardo un edificio risulta energeticamente certificabile, anche in assenza di un impianto termico, purché esista un fabbisogno energetico da soddisfare, al fine di garantire un adeguato comfort termico.”

    Io ho fatto l’iscrizione a registro di un impianto da 400 kW da installare sulla copertura di un capannone in cui si svolge un’attività produttiva. Tale edificio non ha un impianto di riscaldamento e l’impianto non sarà del tipo integrato con caratteristiche innovative. Ne deduco che sono comunque in regola con l’iscrizione a registro per l’accesso agli incentivi. Cosa ne pensi?

    1. Ciao Alessandro, ti confesso che sotto questo aspetto sono molto insicuro, anche perchè in qualità di perito elettrotecnico le certificazioni energetiche e le loro modalità di esecuzione sono a me oscure.
      Alcuni colleghi mi hanno dato le loro interpretazioni, ma visto che le stesse sono diverse e che tra le altre cose non ho nemmeno capito (per mie carenze non perchè si sono spiegati male) di cosa stiano parlando (quando parlano di fabbisogno primario, etc) preferisco non dare informazioni senza conoscere ciò di cui sto parlando, però da quanto leggo nella nota GSE se puoi fare ACE per il tuo edificio, con o senza impianto di riscaldamento, non dovresti avere problemi. fermo restando che le graduatorie del registro si faranno anche in base a priorità basate di classe energetica mi pare.

  11. Salve Stefano,
    Domanda: se un impianto non accede agli incentivi può comunque effettuare la vendita dell’energia prodotta? Se si, a che tariffa viene pagata?

    Grazie
    Saluti

    1. Se non accedi al conto energia puoi vendere con ritiro dedicato, o fare scambio sul posto. La vendita viene pagata da 0.08 a 0.10 €/kW.
      Se non accedi agli incentivi e sei un privato puoi anche detrarre il 50%

  12. Ciao Stefano,
    vedo che sei molto preciso e puntuale e ti ringrazio anticipatamente.
    Sul sito del GSE nelle faq esiste la dicitura, così interamente riportata, su cosa viene inteso per SCAMBIO SUL POSTO ….Lo scambio sul posto [Deliberazione ARG/elt 74/08, Allegato A – Testo integrato dello scambio sul posto (TISP)], è un meccanismo che consente, in generale, di immettere in rete l’energia elettrica prodotta ma non immediatamente autoconsumata, per poi prelevarla in un momento successivo per soddisfare i propri consumi.
    Con il termine scambio sul posto (Delibera AEEG 74/08) si intende il servizio erogato dal GSE dal 1° Gennaio 2009 e che consente all’utente che abbia la titolarità o la disponibilità di un impianto, la compensazione tra il valore associabile all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la produzione.
    Cosa ne pensi in merito? pensi che sia ancora attuale come come definizione?
    grazie

    1. Ciao Fabrizio, si. Non è cambiato nulla.
      L’unica differenza rispetto a prima è che se incentivi non puoi accedere allo scambio.
      Mi pare che (per ora) nulla sia cambiato riguardo il meccanismo di scambio sul posto (anche se sono in itere modifiche al meccanismo, ovviamente peggiorative per gli utenti) 😉

  13. Quindi Stefano mi confermi che chi sceglieva lo scambio sul posto nel IV conto energia oltre agli incentivi poteva utilizzare tutta l’energia prodotta dal suo impianto? E se fosse così come ci si potrebbe rendere conto nella bolletta dell’ente erogante che consumiamo la nostra energia?
    Grazie

    1. Ciao Fabrizio, provo a spiegarmi, l’energia che autoconsumi non la paghi e fin qua ci siamo. L’energia che prelevi dalla rete la paghi (bolletta).
      Se poi hai prodotto energia che hai immesso in rete, questa ti viene restituita sino alla quota che hai prelevato dalla rete (e pagato).
      Quindi prima la paghi, e poi ti viene restituita (in euro), sempre che tu l’abbia immessa in rete.
      Se ne hai immessa in rete meno di quella che hai prelevato, non coprirai il prelievo, se ne hai immessa di più, coprirai il prelievo e avrai anche una liquidazione delle eccedenze.
      Il pareggio non lo fai relativamente ai consumi, ma in moneta.
      Non so se mi sono spiegato 😉

  14. Ciao Stefano, visto che sono da poco nelle certificazioni e vedo che sei molto competente ti chiedo un aiuto.
    Ho un garage edificato da poco accatastato in C6 di sup. totale coperta 60 mq di cui circa 20/25 chiusi e i restanti 30/35 aperti.
    Il proprietario mi ha chiesto di istallargli un impianto da 3kwp e adesso si pone il problema della certifcazione energetica.
    La porzione chiusa è dotata di impianto acqua e corrente elettrica ma non riscaltato (x ora) , la soluzione potrebbe essere di mettere un ventilconvettore o qualcos del genere e certificare il garage energicamente??!? secondo te è la soluzione adatta o melgio stufe o altre cose che permettano a me di dichiarare che è riscaldato… grazie in anticipo

    1. Mattia, io non ho alcuna competenza in materia di certificazioni energetiche, non me ne occupo proprio, ne parlo perchè anche io sono nelal tua situazione, garage staccato dalla casa, senza riscaldamento. Il certificatore che ho contattato mi ha detto che non c’è nulla da fare se non esiste un fabbisogno primario di energia, ma io non so nemmeno cosa voglia dire 😉 Per quanto riguarda le certificazioni energetiche mi rivolgo a professionisti del settore. L’unica cosa che puoi fare è parlarne con qualcuno che si occupa di certificazioni energetiche, inviandogli le indicazioni del GSE in modo che le possa interpretare. In ogni caso dalle notizie che ho raccolto, per i garage staccati dalle abitazioni non riscaldati c’è poco da fare 🙁

  15. Per quanto mi sono informato io, sembra e dico sembra, che mettendo un qualsiasi impianto di riscaldamento il fabbricato anche se garage sia certificabile, anche giustamente credo in quanto la necessità di scaldar lo o meno è a discrezione del proprietario e credo che nessuno possa interferire con tali scelte. Mi informerò ancora in quanto credo che sia veramente vergognoso chiedere la certificazione energetica un un semplice supporto dell’impianto quando la casa che va a servire è quasi in classe A. Grazie per ora e se hai news in questa casistica ti prego di farmi partecipe!, 🙂

    1. Se sento di qualche caso come il nostro andato a buon fine ti faccio sapere. Io per ora ho detto al cliente di farlo sul tetto della casa 😉

  16. salve, l’enel mi ha attivato il fotovoltaico da 3 kw ma sia sul contatore mio che su quello che mi hanno installato, segna sempre 0,00 e anche su A1, A2, A3. E’ normale?

    1. Ciao dario,
      parli dell’energia immessa giusto ?
      Scusa la domanda stupida, l’impianto funziona ? L’iverter dice che è tutto ok ?

    1. Allora c’è qualcosa che non va, chiama Enel perchè se il contatore non segna, il GSE non paga 🙁

  17. “Il GSE pubblicata il 06/09/2012, e precisa che:

    la definizione di “edificio energeticamente certificabile” si applica ai soli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative di cui all’art. 8 e allegato 4 del DM 5.7.2012.

    A tale riguardo un edificio risulta energeticamente certificabile, anche in assenza di un impianto termico, purché esista un fabbisogno energetico da soddisfare, al fine di garantire un adeguato comfort termico.

    In merito alla definizione di “edificio energeticamente certificabile” restano confermati tutti gli altri punti riportati nella citata news.”
    in relazione a questa precisazione, secondo te, se devo realizzare un impianto FV su un capannone chiuso (pertanto edificio) ma privo di impiant

  18. (continuo)….ma privo di impianto di riscaldamento come mi comporto? è classificabile energeticamente? potrei realizzarlo anche con caratteristiche innovative? Grazie

    1. Guarda Michele, leggi cosa ha scritto sotto matteo (grazie Matteo), se ha dei dubbi lui che fa il certificatore, figurati io………
      Mi appello al quinto emendamento 😉

  19. Buongiorno, leggo ora il post in quanto mi sono imbattuto nel caso di un impianto FV su copertura di un box chiuso accatastato come tale (C/6) e non riscaldato (ovviamente).
    A mio avviso, e parlo da certificatore energetico, l’ “edificio box” non si può configurare come certificabile per due motivi: 1.non è presente un impianto di riscaldamento; 2.anche se ci fosse non avrebbe senso in quanto, normativamente, tale ambiente non ha un fabbisogno termico da soddisfare. La cosa mi sembrerebbe lineare, ma leggendo i chiarimenti del GSE non ho più certezze in merito. Bella vita del progettista in italia! buon lavoro

    1. Anch’io mi son imbattuta ora in questo post dopo un pomeriggio intere a cercare inutilmente un chiarimento, magari qualcuno mi sa aiutare. Fino ad ora interpretavo che il dlgs 192/05 modificato da 311 ecc. individuava gli edifici per ii quali è obbligatoria la certificazione e le Linee Guida del 2009 davano la metodologia di calcolo. Ciò mi ha sempre fatto dire che volendo posso applicare le linee guida anche su edifici che di fatto non hanno obbligo di certificazione a meno che questi non siano esplicitamente esclusi dalle stesse e quindi interpretavo che al punto 2 dell’allegato-campo di applicazione- le linee escludessero box, cantine ecc. dalla possibilità di certificazione…poi qualcuno mi ha fatto notare che si potrebbe anche interpretare che queste tipologie sono escluse dall’obbligo di certificazione non dalla possibilità di farla… a questo punto non ho più certezze…cosa ne pensate?

  20. Forse vi è sfuggito questo chiarimento del GSE o forse ho letto male io.

    Il GSE in riferimento a quanto riportato nella News “Quinto Conto Energia: chiarimenti su definizione edificio energeticamente certificabile e sulle Certificazioni/Attestazioni riguardanti i moduli fotovoltaici ed i gruppi di conversione (inverter)”, pubblicata il 06/09/2012, precisa che:

    la definizione di “edificio energeticamente certificabile” si applica ai soli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative di cui all’art. 8 e allegato 4 del DM 5.7.2012.

    A tale riguardo un edificio risulta energeticamente certificabile, anche in assenza di un impianto termico, purché esista un fabbisogno energetico da soddisfare, al fine di garantire un adeguato comfort termico.

    In merito alla definizione di “edificio energeticamente certificabile” restano confermati tutti gli altri punti riportati nella citata news.

    http://www.gse.it/it/salastampa/news/Pages/Precisazioni-chiarimenti-su-definizione-edificio-energeticamente-certificabile-e-sulle-Certificazioni-Attestazioni.aspx

  21. Buongiorno a tutti.
    Mi permetto un’ultima puntualizzazione, sulla scorta della News di GSE riportata da Roberto.
    L’attestato di certificazione energetica, quale documento valido ai fini del catasto energetico, deve sottostare ed essere redatto in accordo alla normativa nazionale o alla normativa regionale per le regioni che avevan deliberato in merito (non entro in argomento altrimenti serve un’altro articolo).
    Nel mio caso, l’edificio è sito in regione Lombardia, che ha un suo regolamento (D.R.) per la redazione di ACE. In tale decreto è chiaramente indicato che l’edificio è certificabile se è presente un impianto di riscaldamento fisso. Ergo un’autorimessa, non riscaldata, senza impianto e senza un “fabbisogno energetico per il riscaldamento” non è certificabile. Questo mi par chiaro. Poi subentra l’algoritmo GSE per determinare se l’edificio è tale per l’integrazione dell’impianto o no.
    Non so se sono stato chiaro o ho creato più confusione.
    Buon lavoro

    1. Per me sei stato molto chiaro.
      Io infatti ho dirottato un impianto previsto sui garage (fabbricato staccato dalla villetta) non riscaldato e senza fabbisogno energetico, sul tetto della casa per evitare problemi.
      Grazie Matteo per gli approfondimenti 😉

  22. …”Il garage è di fatto un locale dell’edificio, non ha riscaldamento ma compare nella certificazione energetica, e fa parte quindi dell’edificio certificato”.
    Il garage come tale è un’altra unità immobiliare (C6) quindi se faccio la certificazione energetica della casa NON compare.

  23. Buonasera sig. Caproni,
    sono capitato sul suo blog poichè stavo cercando una soluzione per due casi quasi gemeli che devo risolvere. Si tratta in ambedue i casi di impianti realizzati (in lombardia, di potenza 4.9 e 9 kW) su accessori dell’abitazione. in un caso si tratta di un garage e nell’altro di un ex fienile (non più accatastato come rurale). Come possono essere incentvati i due impianti?
    La ringrazio dell’attenzione
    Giovanni Melati

  24. Quello sul garage secondo me non ha possibilità, a meno che il garage non abbia certificazione energetica. Per quello su fabbricato rurale accede alla tariffa media tra impianti su edificio e altri impianti, a patto che il fabbricato rurale sia accatastato, e che la posa dei moduli sia fatta in conformita alle regole per posa su edifici.

    1. Buongiorno sig. Caproni,
      la ringrazio molto per la cortese e sollecita risposta.
      Le preciso che:
      1 – il garage non ha certificazione energetica, non riesco a capire se è “energeticamente certificabile” poichè qui il riferimento a leggi e decreti si complica – diciamo che a logica no, è un garage che non ha impianto e nemmeno altezza abitabile. E’ però una pertinenza della villetta.
      2 – l’ex fienile non è più accatastato come fienile, per me potrebbe essere assibilabile ad una tettoia poichè completamente aperto sul lato frontale
      La ringrazio
      Giovanni Melati

      1. Salve Giovanni, non sono un certificatore energetico ma da quanto mi hanno detto i colleghi, e da quanto ho letto nelle risposte GSE ai vari convegni, se il garage non è certificabile non ci sono vie di fuga. Nemmeno se è una pertinenza dell’abitazione.
        Per il fienile ci sono due soluzioni, o si accatasta (basta farlo prima della data di entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico) o lo si considera pensilina. In quest’ultimo caso i moduli DEVONO essere elementi costruttivi (I moduli costituiscono elementi costruttivi se la loro eventuale eliminazione compromette la funzione del manufatto realizzato), quindi non puoi appoggiarli alla copertura esistente (insomma devi rifare il tetto):
        —————
        Al fine di ottenere il riconoscimento della tariffa prevista per gli impianti fotovoltaici i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di pergole, serre, tettoie, barriere acustiche e pensiline è necessario allegare alla richiesta di concessione della tariffa incentivante un documento che comprovi la loro effettiva funzione.
        Tali manufatti devono, inoltre, possedere le seguenti caratteristiche:
        – essere conformi alle definizioni di cui all’art. 20, commi 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 del Decreto 6 agosto 2010;
        – per pergole, serre, tettoie e pensiline, l’altezza minima dal suolo dei moduli deve essere non inferiore a 2 metri;
        – il manufatto realizzato deve essere praticabile in tutta la sua estensione;
        ——————
        Se vuoi fare l’impianto la soluzione più semplice è accatastare il fabbricato.
        Oppure lo fai sul garage a servizio della tua abitazione, non chiedi gli incentivi del conto energia, fai lo scambio sul posto e detrazioni fiscali.

  25. Buona sera Sig. Caproni
    Mi sto rivolgendo .a lei per avere un chiarimento in merito alle detrazioni fiscali sull’installazione di impianti fotovoltaici . Sembra oramai assodato che l’agenzia dell’entrate si sia espresso in merito in maniera univoca per tutti gli uffici in tutta Italia e quindi siano detraibili fiscalmente e possano beneficiare del 50% che poi arriveranno a36% a giugno 2013
    Non aderendo agli incentivi quindi l’energia prodotta può’ essere venduta all’ente erogante e conseguentemente e plausibile ritornare ad installare impianti sovradimensionati rispetto ai consumi? Se si , dove si evince che esiste un obbligo da parte dell’ENEL di comperare l’energia prodotta e non consumata?
    Ringrazio anticipatamente.
    Zambelli Fabrizio

    1. Ciao Fabrizio, non c’è scritto da nessuna parte che Enel è obbligata a comprare energia. L’utente può accedere al regime di ritiro dedicato o di scambio sul posto, il cui soggetto attuatore è SOLO il GSE.
      Oppure puoi vendere l’energia sul mercato elettrico tramite contratti bilaterali o vendita in borsa. Ma qua mi fermo perchè per quanto riguarda le ultime due opzioni (contratti bilaterali o vendita in borsa) non ho la minima idea di come si svolgano, e comunque sono cose che non fa certo un privato con un piccolo impianto, di solito sono opzioni che riguardano i grandi impianti.

  26. il contatore enel il prelievo viene segnato su A1,A2;A3, mentre le immissioni A1-, A2-, A3-, quello di produzione è normale in prelievo risulta 0 specialmente con inverter di ultima generazione che di notte si spengono. Mentre il contatore di scambio che in genere viene riprogrammato qualcosa sia in immeissio che in prelievo deve segnare.

      1. Signor Caproni, come è andata poi a finire la pratica di Conto energia dell’impianto sulla stalla? Ha avuto il riconoscimento di edificio energeticamente certificabile? Grazie mille!

        1. Buongiorno Salvatore, purtroppo è andata a finire male. Il cliente si è rotto le scatole e non ha fatto più nulla………e non posso dargli torto.
          Un’altro lavoro perso causa conto energia 🙁

  27. Caso di un capannone ad uso industriale (non riscaldato) e degli uffici all’interno di esso (riscaldamento termoconvettore daikin + acs boiler elettrico) che ha installato pannelli fotovoltaici sull’ intero tetto dell’edificio, ai fini della Certificazione Energetica per ottenere gli incentivi dal GSE, devo effettuare i calcoli solo per gli ambienti che sono riscaldati? Mi potete dare qualche spiegazione al riguardo….MILLE GRAZIE!!!

  28. Buongiorno, vorrei sapere se un impianto istallato su edificio (abitazione) ancora in costruzione, necessiti comunque di certificazione energetica al fine di ottenere l’incentivo dal GSE.
    Grazie e complimenti.

    1. Ciao David, si serve. Tra l’altro il GSE ha scritto nelle regole applicative che la certificazione deve essere fatta per edifici finiti e non saranno accettate certificazioni parziali. Ti faccio un copia e incolla dalle regole applicative:
      ———
      L’attestato di certificazione energetica deve essere rilasciato per un edificio completato. Non saranno riconosciute le tariffe incentivanti a impianti fotovoltaici realizzati su manufatti non completi in tutte le parti che concorrono a definirne i fabbisogni energetici.

  29. Grazie Stefano per la risposta immediata, ma quindi in teoria, visto che l’impianto non è ancora entrato in esercizio, dovrei attendere prima la fine lavori dell’edificio, fare la certificazione energetica, chiedere all’enel l’allaccio dell’impianto alla rete e poi richiedere l’incentivo?
    Spero che non sia così o che ci siano anche altre strade.

    1. Ciao David, l’impianto lo puoi allacciare anche prima, o meglio allaccialo appena puoi. Ma la richiesta la puoi fare solo inviando la Certificazioen Energetica, che si puo fare a edificio finito (o meglio il GSE la vuole per un edificio finito).
      Quindi fai la domanda di connessione, allacci l’impianto (ad Enel non interessa la certificazione energetica) e poi appena hai la certificaizone Energetica chiedi gli incentivi. Occhio perchè ilGSE ha specificato che il trentesimo giorno dopo il raggiungimento del tetto di 6 miliardi e 700 milioni di euro è l’ultimo utile per inviare richieste di incentivo. In ogni caso se non fai in tempo, detrazioni fiscali e Scambio Sul Posto

  30. ho un problema e chiedo se a qualcuno di Voi è capitata la stessa cosa: data di allacciamento impianto 25/06/2012, ricevuta di avvenuto invio richiesta di incentivazione 01/10/2012, richiesta integrazione documento che è stato inviato in data 10/12/2012. Ad oggi abbiamo ricevuto solo il pdf per lo scambio sul posto ma non quello per l’incentivo…..
    il gse mi dice che l’incentivo sarà riconosciuto dal 01/10/2012 perchè chi ha inviato i documenti l’ha fatto in ritardo….. ma dico… a questo punto cosa si potrebbe fare ? se è vero quel che dice il gse abbiamo perso luglio agosto e settembre.. che direi erano i mesi in cui sicuramente la produzione era più alta che ottobre…. come dobbiamo fare ?

    1. Ciao Serena, mi spiace ma non puoi fare niente. Il conto energia è chiaro, se la domanda di incentivi viene inviata entro i 15 giorni dall’allacciamento, gli incentivi partono dal giorno dell’allacciamento, se la domanda viene inviata dopi i 15 giorni dall’allacciamento gli incentivi partono dal giorno di invio della domanda. Poi i motivi per i quali la domanda sia stata inviata in ritardo non li posso sapere, ma rimane il dato di fatto che è stata inviata in ritardo, e non vi è rimedio 🙁

  31. Ciao Serena, se ti può essere di conforto, nel mio caso ho avuto il sopralluogo di allacciamento all’ENEL il28/8/2011 ed il mio tecnico mi ha fatto richiesta di incentivi il22/2/2012 bensì 6 mesi dopo . Ovviamente gli incentivi che mi sono arrivati a novembre 2012 sono stati conteggiati dal22/2/12.
    Questo succede quando non hai a che fare con tecnici scrupolosi e seri.
    Ultimamente ho conosciuto un’azienda molto seria di Prato che ha effettuato più di 9000 impianti in tutta Italia che da delle garanzie eccezionali e che appunto mette il cliente al sicuro a 360′ ma purtroppo non l’ho conosciuto prima.

    1. Ciao Fabrizio, ci sono aziende e professionisti che lavorano bene anche se non hanno fatto 9000 impianti, a fronte di alcuni impianti dove ci sono stati dei problemi (come il caso di Serena) ci sono tutti gli altri che non hanno avuto problemi 😉

    2. ma non si può nemmeno provare a chiedere i danni alla ditta che si è occupata dell’installazione e dell’invio dei documenti ?
      loro mi hanno detto che il ritardo è stato causato dal malfunzionamento del portale gse proprio in quel periodo..che era intasato ..e in continuo cambiamento con repentine richieste di nuova documentazione…..
      il gse dopo avergli spiegato questa cosa, mi ha risposto che se la ditta avesse le prove di questo blocco del portale cioè se avesse fatto delle stampe della pagina bloccata…si avrebbe modo di imputare le cause al gse e quindi fare qualcosa….ma se non ci sono le prove….
      quindi dico..possibile che una ditta si impegni a fare tutte le pratiche e ti faccia perdere ben 3 mesi di incentivi (e che 3 mesi..parliamo di luglio agosto e settembre !!!)

      1. Ciao Serena, quelle che ti hanno raccontato sono cavolate. Nessun problema al portale ha bloccato l’accesso per 3 mesi, tantomeno cambiamenti del portale con repentine richieste di nuovi documenti, digli che ti raccontino meno frottole. Per il resto dal punto di vista formale sono d’accordo con te, avresti diritto a chiedere i danni, o almeno chiarimenti. Non so quanto è grande il tuo impianto, ma creod che se fai i conti di quello che hai perso, ti convenga lasciar perdere eventuali azioni, non hanno senso dal punto di vista economico.

        1. 11,76 kW. comunque una cosa che mi lascia basita perchè mi pare paradossale, come del resto come quasi “tutte” le cose (tante e troppe) in Italia ….ok che ci debbano essere dei tempi entro i quali effettuare gli adempimenti (in questo caso invio documenti) ma se penso che il GSE riconosce la data di allacciamento, però comincia a pagare dall’invio documenti…ma e l’energia prodotta dall’allacciamento fino alla data spedizione doc (nel mio caso dal 25/06 al 30/09) …chi se l’è beccata ? prodotta con pannelli da ME pagati e installati sul MIO stabile ??? (scusa lo sfogo..ma queste cose mi mandano in bestia ! anche se capisco che a questo punto è solo la ditta che mi ha gestito le pratiche ad averne colpa ! )

        2. Ciao Serena, in Italia si lavora così, con gente improvvisata nel settore energie rinnovabili che un anno fa vendeva attrezzi da giardinaggio. E i risultati si vedono 🙁
          Un professionista serio costa molto di più, ma ci sono anche dei validi motivi.

          1. io però ho il quarto conto,l’allacciamento è stato fatto in data 25/06/12. (i verbali di allacciamento li rilascia enel ? )

          2. Ciao Serena, terzo, quarto, quinto conto non ha importanza. Ogni volta che Enel allaccia un impianto rilascia i verbali di allaccimento, poi chi li abbia nel tuo caso non ne ho idea.

        3. finalmente in data 04/04/13 mi hanno inviato la dichiarazione di accettazione e inviato il piano dei pagamenti : tariffa riconosciuta dal 01/10/2012, perciò come del resto già intuivo…ho perso luglio agosto e settembre e considerando che l’incentivo relativo al mese di ottobre è qualcosa in più di 400,00 euro facendo una botta di conti ho perso quasi 1.400 o forse più…..
          da ignorante chiedo una cosa : è possibile scoprire l’energia prodotta a partire dall’allacciamento fino ad oggi ? esiste un modo per farlo ? grazie

          1. Ciao Serena, basta che guardi i verbali di allacciamento dei contatori, lì c’è il punto ZERO, ovvero la lettura dell’energia (energia attiva F1+F2+F3). Ovviamente la differenza tra quel valore e quello che trovi oggi è il consumo dall’allacciamento ad oggi.
            Permettimi di dirti solo che se vuoi calcolare realmente quanto hai perso, con il quinto conto hai due tariffe, quindi devi calcolare l’energia autoconsumata (prodotta – immessa in rete) cui applichi la tariffa autoconsumo, e quella immessa in rete che è segnata dal contatore di scambio (sempre differenza tra i valori sui verbali e quelli odierni).
            Spero si essermi spiegato.
            Ciao

    3. Ciao Fabrizio, ma tu hai provato a chiedere spiegazioni … o quanto meno a pattuire una cifra a titolo di risarcimento danni ?

  32. Ciao Stefano, visto la tua ferrata esperienza volevo chiederti un chiarimento:
    ho un caso dove ho due edifici con stesso propietario(una abitazione e un edificio rurale entrambi riscaldati e certificabili). Entrambi hanno un contatore dedicato, il primo ad uso domestico,l’altro “altri usi” intestati alla stessa persona. Posso fare l’impianto fotovoltaico sull’edificio rurale e collegarlo all’impianto di casa presentando la certificazione energetica dell’edificio rurale o è una forzatura? E’ un caso estremamente particolare ma volevo vedere cosa ne pensavi. Ciao e ti ringrazio per la tua risposta

    1. Ciao Mario, sarò sintetico. A mio avviso non si può 😉 L’impianto deve essere a servizio del fabbricato con certificazione energetica. Avevo letto qualcosa nelle regole applicative ma non ricordo dove e ora non le ho con me 😉

  33. Ciao Stefano e a tutti i lettori. Vi pongo la seguente questione:

    Impianto FV integrato innovativo da installare su un edificio classificato D/1 (Opificio) senza impianto di riscaldamento.
    Secondo la precisazione del GSE fatta il 24 Settembre 2012, potrei redigere un Attestato di Certificazione Energetica anche se non c’è impianto in quanto si tratta comunque di un edificio in cui c’è un fabbisogno energetico, essendo occupato da persone.

    Tra le altre cose, le linee guida nazionali del 2009 per la certificazione energetica, contemplano questi casi; basta leggersi l’allegato 1 delle dette norme.

    L’impianto secondo voi è incentivabile?

    1. Io Giuseppe pur avendo letto mi astengo, non sono un certificatore e su questo aspetto devo dire la verità non ci ho mai capito nulla 🙁
      Speriamo qualcuno ti aiuti.

  34. Ciao Serena
    No non ho chiesto niente, solo perché chi mi ha montato l’impianto e un ragazzo mio amico da sempre che ha avuto la scalogna di avvalessi della collaborazione di un ingegnere che non si è mosso come avrebbe dovuto fare un professionista serio.
    Tra l’altro hanno smesso la collaborazione e questo ing. risulta avere un ufficio in una città non vicinissima a Parma dove abito e non risponde al telefono , per cui ho desistito.
    Mi spiace ma non posso esserti d’aiuto.
    Tornando alla serietà delle aziende di cui parla Stefano posso dire che ho toccato con mano che la gente vuole la situazione economica abbinata alla qualità del servizio e poi ne paga le conseguenze. Occorre valutare il vecchio proverbio che chi più paga meno paga e l’esperienza vissuta ne testimonia la veridicità
    Cordialmente
    Fabrizio
    Fabrizio

    1. Ciao Fabrizio, la tua risposta dimostra che in giro c’è gente che si sostituisce ai professionisti, spacciandosi per professionisti.
      Un professionista (questo me lo hanno insegnato quando ancora c’erano un minimo di valori) deve assumersi un incarico se ha le capacità professionali per portarlo al termine, perchè oltre al danno per il cliente, il danno è anche nei confronti degli altri professionisti seri.
      Anche leggendo quanto si scrive nel mio blog, vedo che le domande di connessione le fanno un po tutti, senza nemmeno sapere di cosa stiano parlando, e il cliente spesso ignaro, ne subisce le conseguenze 🙁

  35. Ciao Stefano.
    Infatti è tutto verissimo, purtroppo e così . Io provengo dal settore immobiliare, sono agente, e in 34 anni di attività ho visto avvicendarsi diversi personaggi che hanno cavalcato l’onda favorevole del mercato ,provenienti da ogni situazione professionale senza avere la giusta preparazione. Tali personaggi come sta succedendo oggi nel settore del fotovoltaico hanno e stanno facendo terra bruciata complicando un già difficile mercato.
    Oggi con la situazione economica attuale ,alla ricerca di alternative lavorative ho avuto la possibilità di conoscere e quindi accettare di collaborare con ditta che opera nella green economy,una SPA di Prato seria preparata e qualitativamente insuperabile: NWG. È questa esperienza che mi ha fatto fare l’affermazione che le gente vuole spendere poco e non si preoccupano della qualità.
    L’aspetto preoccupante e che molto spesso pensano che le cose negative capitino agli altri e non a loro quindi scelgono l’immediatezza del risparmio che e subito evidente per poi lamentarsi delle complicazioni che incontrano.
    Non sarà il caso della Serena, ma tali situazioni ne ho incontrate purtroppo diverse.
    A questo punto mi rivolgo agli utenti, invitandoli a valutare i preventivi attentamente e se un preventivo ha delle evidenti differenze da un altro, non sempre quello più caro lo è perché vi vogliano derubare ma molto probabilmente vi offriranno di più.
    Un impianto che deve stare su un tetto per un minimo di 25 anni deve avere delle garanzie totali.
    Grazie
    Cordialmente Fabrizio

    1. Capisco perfettamente quello che intendete, purtroppo nel mio caso non abbiamo scelto considerando il minor costo… e la cosa che fa un po’ arrabbiare è che ovviamente non essendo del settore (“fotovoltaico”) si prova di stare attenti il più possibile ma ad un certo punto ti fidi… se ti dicono che faranno tutto loro che sono del settore… ti fidi pensando facciano ciò che va fatto. Ma sempre più spesso mi rendo conto che la fiducia va a farsi friggere !!!

      1. Ma infatti Serena non è colpa tua/vostra, anche io quando chiamo un professionista mi fido. Magari cercate qualche informazione sul web, ormai siamo tutti sulla rete, e verificate che sia per lo meno un professionista conosciuto, cercate di capire se si sa muovere magari confrontando quello che vi dice con i parereri che ci sono in rete (ad esempio qua 😉 ). Insomma cercate di stare attenti 😉

  36. Ciao Stefano, chiedo chiarimenti a te visto che sei competente in materia. Mi hanno allacciato l’impianto fotovoltaico il 22/08/2012, pannelli integrati innovativi su edificio ex-rurale, accatastato qualche anno fa come non rurale, ma si tratta praticamente di un portico per ricovero attrezzi, aperto frontalmente con due campate e un garage chiuso. La ditta che mi ha fornito l’impianto chiavi in mano, mi ha assicurato incentivi pari a 0,41 cent per kw, con tanto di contratto firmato e relativi rendimenti per i 20 anni. Adesso, dopo una richiesta da parte del gse di integrare documentazione del tetto rifatto e penso anche dell’edificio (non ho la certezza perchè hanno seguito tutto loro), mi è arrivata oggi la lettera del gse che in pratica non mi riconosce quell’incentivo perchè l’edificio non è chiuso e quindi senza certificazione energetica. La ditta intende chiudere praticamente gli spazi aperti e contestare la decisione del gse, ma mi chiedo io, questo è possibile? Chiudere due arcate di almeno 6 mt di h e 4 di larg. con non so cosa per farlo passare come edificio chiuso, e la certificazione? Inoltre queste regole sono state pubblicate prima della mia data di allaccio? Quindi il tecnico della ditta doveva saperlo, e allora doveva dirmelo, avrei installato pannelli tradizionali o probabilmente non avrei investito tutti quei soldi!!!

    1. Ciao Giò, chi ti ha proposto un impianto integrato innovativo in quarto conto energia su un edificio aperto, probabilmente non aveva le idee molto chiare, o ti ha preso in giro. Nella guida alle applicazioni innovative del quarto conto energia era chiaramente indicato cosa si intendesse per edificio.
      Puoi leggerlo qua a pagina 4
      https://newsenergia.com/wp-content/uploads/2013/02/Guida-Applicazioni-Innovative.pdf
      Mi sembra che il tuo sia uno di quei casi per i quali sia il caso di chiedere i danni, soprattutto se come dici nel contratto erano garantite le tariffe per impianti integrati su un edificio del genere.

  37. Grazie per la risposta, quindi dici che anche se l’edificio è aperto solo frontalmente e solo per due arcate e ce nè una terza chiusa, non rientra nelle specifiche del gse per “edificio”? Secondo te è fattibile il discorso di chiudere le arcate? (come mi ha detto il tecnico della ditta) ma non chiedermi con cosa perchè non ne ho idea. Poi bisognerebbe variare il registro al catasto? Non si rischia di incorrere in false dichiarazioni con rischio di perdita completa dell’incentivo? Scusa le numerose domande ma sono abbastanza incaz e preoccupato per la situazione. Oltretutto la lettera dice che abbiamo 10 gg di tempo per comunicare con il gse o fare ricorso, altrimenti si intende accettata la tariffa proposta. Ultimo dubbio: visto che sicuramente accetterò la tariffa proposta, posso almeno chiedere il premio per prodotti ue?visto che con la tariffa di integrato innovativo non si poteva cumulare…..

    1. Secondo me puoi chiedere il premio europeo. In ogni caso non puoi chiudere la stalla con i buoi fuori, non puoi dire al GSE di aspettare che chiudi tutto e lo fai diventare un edificio, e poi gli chiedi di cambiare l’esito della pratica. Secondo me chi ti ha proposto questa cosa sta lavorando di fantasia e non sa più che pesci pigliare 🙁

  38. Giusto, anche secondo me, e per il discorso dei danni allora? Cosa dovrei fare? Mettermi l’avvocato e fargli causa? Si parla di un impianto da 10 kw, quindi non grosso, ma il ritorno che mi aspettavo in 20 anni era comunque interessante. Dovrei farmi risarcire la spesa sostenuta in più per il pannello innovativo rispetto ad un impianto tradizionale? O addirittura pretendere lo scompenso dell’incentivo promesso a quello effettivamente ricevuto per i 20 anni?

    1. Ciao Gio, sul discorso di fare causa e come farlo direi che sconfiniamo in un tema che non mi compete, solo iun legale, valutato il danno e le carte in gioco ti può dare risposte su cosa fare.

  39. Ciao Gio.
    scusa se mi ntrometto nel dialogo.
    Siamo nel campo dei millantatori e dei personaggi loschi che affollano ogni mercato che abbia un futuro e delle possibilità di guadagno.
    Così come successo purtroppo a molti.
    Chiunque deve fare un impianto stia attento a chi si rivolge!
    Sono soldi importanti ,chiederei parere comunque ad un legale. Buona fortuna

  40. Buongiorno, vorrei avere delle delucidazioni in merito all’installazione di tre impianti fotovoltaici sul tetto di un ex cascinale con presenza di amianto.
    Questi tre impianti sarebbero: uno a servizio della mia abitazione, uno a servizio dell’abitazione di mio padre ed il terzo a servizio dell’attività che usufruisce di questo ex cascinale con contratto di locazione.
    Leggo in questo forum che, a differenza di ciò che mi era stato detto da un operatore del call center del GSE, l’incentivo per lo smaltimento dell’amianto su un edificio rurale non viene percepito.. e che, essendo un fabbricato privo di impianto di riscaldamento non è possibile percepire neanche la tariffa omnicomprensiva, non essendo Certificabile.
    Sbaglio?

    Volevo quindi sapere.. questi tre impianti conviene farli? oppure l’opzione migliore sarebbe far installare solo i due impianti a servizio delle abitazioni (mia e di mio padre), ed installarli quindi sul tetto di casa nostra?

    Spero di essermi spiegata, un grazie in anticipo a tutti. 😉

    1. Concordo, niente incentivi su fabbricato rurale per smaltimento amianto.
      Per il resto tieni anche presente che se fai l’impianto a servizio della casa ma posto fisicamente su un altro edificio (vedasi circolari varie agenzia delle entrate) ci sono ulteriori problemi al livello fiscale.
      Il mio consiglio ? Due impianti a servizio delle abitazioni, ognuno sul rispettivo tetto. Se fai in tempo ad accedere agli incentivi bene, altrimenti niente paura, Scambio Sul Posto e detrazioni.
      😉

  41. Buongiorno a tutti.
    Relativamente alla necessità di avere una certificazione energetica per poter accedere agli incentivi del V Conto Energia, la mia interpretazione, suffragata da operatore GSE, è che per gli impianti richiedenti il premio per innovazione allora sì, c’è obbligo di certificazione energetica (viene chiaramente espresso nell’allegato 4 del DM 5-7-2012. Per la richiesta di incentivazione standard, è necessario che siano soddisfatti i requisiti di “edificio” riportati all’articolo 1, comma 1, lettera a) del DPR 26 agosto 1993, n. 42 (è citato nell’allegato 2 del DM 5-7-2012), e all’art. 7 comma 8) ndel DM 5-7-2012 vengono elencate le tipologie di impianto aventi diritto alla richiesta di incentivazione: è sì indicata la necessità di certificazione energetica (lettera a), ma è anche testualmente riportato che hanno diritto all’incentivo gli “…edifici a destinazione produttiva non soggetti all’obbligo di certificazione energetica….” (lettera c). Si deduce che quindi una officina meccanica, piuttosto che un’autorimessa, se accatastate come edifici, possano accedere agli incentivi pur non avendo l’attestato di certificazione energetica (ma del resto sarebbe insensato, non essendo dotate di impianti di riscaldamento…). Questo è quanto mi risulta….attendo pareri

  42. Grazie Fabrizio, oggi dopo aver sentito il tecnico dell’impianto e aver capito che è una bella grana, intendo prendere in considerazione anche quell’ipotesi, qualche amico avvocato cè e chiederò consiglio.
    Ciao Andrea, quello che mi è stato detto è che essendo rientrati nel 4 conto, non c’è la necessità di certificazione che invece come dici tu rientra nel 5.
    Però resta il fatto che è un portico per ricovero attrezzi aperto frontalmente, quindi non idoneo.
    Adesso la ditta che me l’ha installato vuole provare a farmi chiudere una porzione di portico che sta sopra un garage chiuso, ma ne restano per ben 2/3 di portico aperto diviso da un muro centrale. Essendo così piccola la porzione che verrebbe chiusa (ripeto 1/3 sul totale), è possibile che riconoscano la tariffa? Io penso di no, fosse il contrario, i 2/3 chiuso allora…..
    Inoltre dovrei spendere altri soldi per opere murarie o simili, variare il catasto, chiedere permessi in comune per finta ristrutturazione e via dicendo?????? E devo rispondere al gse entro il 28 di febbraio…..gli dico che stiamo ristrutturando? Senza permessi? Non so più cosa pensare…..forse il danno minore è ancora accettare la tariffa e accordarsi con la ditta per il risarcimento danni o altrimenti via legale……..
    Se qualcuno ha consigli o situazioni simili da darmi sono più che ben accetti….

  43. Devo purtroppo correggermi in parte rispetto al mio post precedente, o per lo meno fare una precisazione. Ho contattato anche la Regione (parlo di regione Piemonte, ma il consulente con cui ho parlato mi ha confermato che la cosa vale per tutte le regioni ad esclusione della regione Lombardia): nel caso di impianti produttivi l’esclusione dall’obbligo di certificazione energetica ai sensi della normativa nazionale (recepita da ogni singola regione) è previsto solo nei casi in cui “gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili”. Se non è previsto riscaldamento, anche se logica direbbe che non ha senso la certificazione energetica, vige comunque l’obbligo…..

  44. Domani riunione con la ditta installatrice e vediamo dove vanno a parare. Quello che è certo e che non spendo più un euro per quel fabbricato perchè non ha senso e non ne vale la pena, poi ho sentito un legale amico che mi ha consigliato di chiedere i danni e eventualmente andare per via legale. Con tanto di contratto firmato e garantito di tariffa incentivante, mi hanno detto che non dovrebbero esserci problemi, ma ho i miei dubbi…..
    Qualcuno sa di situazioni simili di risarcimento per mancata tariffa incentivante riconosciuta? Grazie a tutti per le risposte………..

    1. La ditta ha sbagliato proponendo e garantendo una soluzione chiaramente non conforme al conto energia. Non vedo come non possano darti ragione.

  45. Aggiorno la situazione dopo riunione con l’installatore. Loro dicono che si può chiudere il fabbricato con sorta di cerate o pannelli di plexiglass perchè questo è consentito e dicono che ne hanno già approvati di simili. Inoltre dicono che il gse non specifica con che materiale deve essere chiuso, laterizi, opere murarie ecc. ma dicono solo che deve essere un volume chiuso. Si fa un progetto con il geometra e si comunica al comune, ma non essendo opere murarie, non si deve fare una variazione catastale. Io spero vivamente che sia così, anche se ho tutti i dubbi del caso. Ho fatto presente il discorso dei danni in caso di mancato incentivo e mi hanno detto che non dipende da loro perchè il gse è un organo indipendente e decide autonomamente. Però mi sono già venuti un pò incontro nel caso non passi la tariffa proponendomi il rimborso della spesa sostenuta per la differenza di costo fra integrato innovativo e tradizionale. Meglio di niente, ma non mi basta……..vedremo.

    1. Cosa c’entra il GSE e le sue valutazioni ? Le norme sono scritte e le modalità di installazione degli integrati innovativi sono chiaramente indicate. L’errore è a monte e mi pare si stiano arrampicando sugli specchi. Se ti hanno proposto il rimborso della differenza tra integrato e non……ci sarà un motivo

  46. Mi trovo come molti in una situazione particolare, perchè posso richiedere l’incentivo per impianto standard,ma non la maggiorazione per impianto integrato,(causa edificio non completato, quindi non certificabile). E’ possibile richiedere l’incentivo standard ora, e chiedere la maggiorazione quanto l’edificio sarà completato?
    Grazie Stefano

  47. Ho realizzato un impianto fotovoltaico con pannelli poggiati sul tetto di copertura ( no innovazione tecnologica) di un capannone in categoria D/8 dove all’interno sono posti un locale ufficio di piccole dimensioni, una zona deposito di mezzi e attrezzature edili ed una parte utilizzata come officina e lavorazione di elementi edili.

    I quesiti sono:

    1) l’impianto si può considerare asservito ad Attività Produttive vedi lettera f della scheda tecnica

    2) Poi è necessario redigere il certificato energetico

    3) nel certificato deve essere inserito l’impianto fotovltaico di nuova costruzione

    4) Può redigere il certificato l’ingegnere che ha progettato l’impianto fotovoltaico ma che non ha avuto contatti o conflitti di interessi con il Titolare o con la costruzione del capannone.

    Grazie

    1. Ciao Mimmo io non ti so rispondere. Ormai ho rinunciatao a capire qualcosa su questa trovata della certificazione energetica

  48. Salve, avevo bisogno di delucidazioni su una richiesta di certificazione energetica fatta per un locale (C/1) di 17 mq che in realtà è un magazzino TOTALMENTE sprovvisto di corrente elettrica, quindi energeticamente ininfluente.E’ obbligatorio fare l’ACE o basta una dichiarazione del tecnico?grazie!

  49. Ciao Stefano, vorrei sottoporti un problema. Ho una stalla accatastata come Fabbricato Rurale cat. D/10. Impianto realizzato secondo l’allegato 2 ecc.
    Il GSE mi chiede come integrazione l’ACE. Ma scusa, secondo le regole applicative pagina 32 non risulta che “I fabbricati rurali, purché accatastati secondo le categorie catastali A/6, C/6 e D/10 prima della data di entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico, hanno diritto alle stesse tariffe intermedie previste dal Decreto.
    Ai soli fini delle modalità d’installazione dei moduli, si applicano le disposizioni dell’appendice C.”? Una stalla che su alcuni lati anziché delle porte ha dei cancelletti metallici per cui risulta costantemente aperto sull’esterno è o non è un edificio ai sensi del DPR 412/93?

    1. Secondo me l’ACE non c’entra nulla con ifabbricati rurali. Non e che hai chiesto una tariffa su edificio ?

  50. Provo a dare una mia interpretazione per vedere se qualcuno condivide.
    A mio avviso, come dicono le regole applicative alla pagina 87 tutte le strutture che rientrano nella definizione di edificio energeticamente certificabile POSSONO accedere alla tariffa su edifici.
    Questo verbo “possono” già mi pare una facoltà discrezionale del soggetto responsabile.
    L’articolo 7 comma 8 afferma che per poter beneficiare delle tariffe incentivanti bisogna ricadere in ALMENO una delle fattispecie da a) ad f). Questo significa che si può ricadere anche in più fattispecie, per esempio un fabbricato rurale con caratteristiche di edificio risponde sia al punto a) che al punto c).
    Il punto c), che è alternativo ad a) parla chiaramente di fabbricati rurali. Questo significa che è sufficiente ricadere in questa fattispecie per avere diritto agli incentivi, prescindendo all’ulteriore eventuale presenza dei requisiti del punto a). Cioè se hai un fabbricato rurale, che sia edificio o meno, hai diritto agli incentivi.
    Nelle regole applicative, pagina 32, si afferma che ““I fabbricati rurali, purché accatastati secondo le categorie catastali A/6, C/6 e D/10 prima della data di entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico, hanno diritto alle stesse tariffe intermedie previste dal Decreto”

    In sintesi, secondo me, se uno ha un fabbricato rurale cat. D/10 può fregarsene del fatto che sia o meno edificio ed aderire tranquillamente alla tariffa intermedia.
    Potrebbe ad esempio essere assente un impianto di riscaldamento per cui considerando i costi di realizzazione dello stesso (magari assolutamente inutile, si pensi ad una stalla!) ed il costo di redazione di un ACE si potrebbe decidere di optare per la tariffa intermedia in quando i maggiori proventi dalla tariffa su edificio non compenserebbero i costi di cui sopra.
    Che ne dite? Non riesco a trovare un punto in cui si dica chiaramente che il punto c è applicabile solo se non è applicabile il punto a, cioè che un fabbricato rurale rientra nel punto c solo che non ha le caratteristiche di edificio energeticamente certificabile! -.-

    1. Ciao Max, io sono d’accordo con te. Il problema è comunque rilevante per chi ad esempio vuole fare innovativo o smaltimento amiamto. In quel caso secondo me non si rientra in quanto lo si può fare su edifici.

  51. Stefano, vedo che condividi il mio punto di vista. Quello che mi lascia perplesso è che la cosa poi non torna nemmeno seguendo lo schemino che Tuttonormel ha pubblicato sul numero di settembre 2012.
    Guardando lo schema, al primo passaggio ti costringe già a scegliere tra “edificio” e “fabbricato rurale” come se le due cose non potessero coesistere.
    Poi stranamente c’è una nota nella scelta “fabbricato rurale” in cui dice “Accatastato prima della entrata in esercizio dell’impianto. Se il fabbricato è chiuso e dotato di certificazione energetica può accedere alla tariffa su edifici”.
    Ma in questo secondo caso, se è chiuso e certificato vuol dire che rientra nella definizione di edificio ai sensi del DPR 412/93 (chiuso con impianto termico). Booooo!!! Poi telefoni al numero verde e senti operatori che insistono parlando di accatastamenti successivi alla data di entrata in esercizio…e dopo che insisti ti senti dire…”ah sì sì non avevo letto bene” -.-

    1. Ciao Max, forse lo schema a blocchi di TNE l’opzione edificio va percorsa se il fabbricato rurale ha le condizioni per essere definito edificio.
      I caso sono due se il fabbricato è rurale e basta, prende la tariffa media e non possono essere realizzati interventi riservati agli edifici.
      Se il fabbricato rurale ha le caratteristiche per essere definito edificio, allora va trattato come edificio con tutto quello che ne consegue.
      Ritengo che i normatori potevano evitare questa intricata vicenda. Visto che i fabbricati rurali erano interessati allo smaltimento amianto, bastava scrivere 2 righe che dicevano che si poteva smaltire l’amianto sui fabbricati rurali, magari con la tariffa premio aggiunta alla tariffa media.
      Ma credo che il disegno sia chiaro, niente contributi per lo smaltimento, e tra un po lo rendiamo comunque obbligatorio 😉

  52. Ok Stefano, ma mettiamo il caso che il mio fabbricato rurale abbia anche le caratteristiche di edificio ma e me non interessa, non voglio produrre ACE e mi accontento della tariffa intermedia. Credi non sia possibile?

    Dopotutto nel decreto è scritto da una parte che bisogna ricadere in almeno una delle fattispecie dell’art. 7, ed un fabbricato rurale ricade in c) e poi nelle regole applicative sta scritto che

    “I fabbricati rurali, purché accatastati secondo le categorie catastali A/6, C/6 e D/10 prima della data di entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico, hanno diritto alle stesse tariffe intermedie previste dal Decreto.”

    ed ancora che

    “Tutte le strutture (compresi i fabbricati rurali), in linea con la citata definizione che presuppone un volume chiuso energeticamente certificabile secondo la normativa nazionale, rientrano tra i manufatti per i quali E’ POSSIBILE accedere alle tariffe “su edifici”, a prescindere dalla categoria catastale di appartenenza”.

    Insomma ritengo che un SR con un fabbricato rurale con anche le caratteristiche di edificio non possa essere costretto a richiedere la tariffa su edificio o, in alternativa, non accedere ad alcun incentivo! -.-

    1. Certo che è possibile, se il fabbricato è accatastato come rurale hai diritto a chiedere la tariffa media (devi solo rispettare le modalità di installazione dei moduli come se fosse un edificio).
      Solo se vuoi fare qualcosa in più (innovativo o smaltimento amianto) deve avere le caratteristiche di edificio con ACE annessa. Non so se era quello che intendevi

  53. Stefano esattamente questo! Quello che non capisco è perché mi chiedono di integrare la documentazione con un ACE se io nella scheda tecnica ho chiaramente selezionato:

    >PERGOLE, SERRE, BARRIERE ACUSTICHE, TETTOIE E PENSILINE (Per la richiesta della tariffa incentivante di cui all’ART. 5, comma 3, D.M. 05 Luglio 2012)

    >Tipologia 6 – Fabbricato Rurale

    1. Perchè si drogano 😉
      Ormai il conto energia a queste condizioni non ha più senso di esistere, è una barzelletta 🙁

  54. Sì sì certo….dopo il 4 CE ha cessato di avere senso….però io non so che cacchio fare con questi….cosa gli allego al posto dell’ACE? Non voglio che il mio cliente rischi qualcosa…
    🙁

    1. Non so Max, io allegherei una dichiarazione dove spiego che ho chiesto la tariffa media per un fabbricato rurale, e che non ti pare sia necessaria l’ACE, è l’unica cosa che puoi fare

  55. Ciao Stefano, abbiamo realizzato un impianto FV da 80 KW su un capannone (edificio) in sostituzione di amianto. Abbiamo utilizzato pannelli tradizionali appoggiati su copertura ignifuga. L’impianto è andato in esercizio il 19/02, abbiamo completato la pratica ad eccezione dell’ACE in quanto in questo caso non è richiesto, ma il sistema non mi consente di inviare gli allegati. Come mai? A qualcuno è capitato?

    1. Credo si tratti di un problema del portale, se arrivi alla pagina degli allegati, devi poterli caricare.
      L’unico problema possono essere documenti PDF protetti, o troppo grandi (ma in questo caso appare un messaggio di errore che te lo comunica).

      1. Ciao Stefano, mi rendo conto di essermi espresso malissimo…;)
        L’iter procedurale per la realizzazione dell’impianto è iniziato con un’azienda che purtroppo è fallita. Di fatto quest’azienda aveva solo iscritto l’impianto a registro ed inviato la richiesta per la TICA. Successivamente siamo intervenuti ed abbiamo realizzato l’impianto con il completamento di tutte le pratiche. L’unico intoppo sta sull’ACE in quanto secondo il GSE per gli impianti realizzati su edifici con moduli installati in sostituzione di coperture su cui è operata la completa rimozione dell’eternit/amianto non è necessario produrre l’attestato di certificazione energetica, ad eccezione del caso in cui, in ordine ai criteri di priorità per l’iscrizione al Registro, sia stato dichiarato che la sostituzione dell’eternit riguarda la copertura di un edificio dotato di attestato di certificazione energetica (art. 4, comma 5, lett. a).
        Nella scheda tecnica del portale GSE ho visto che, in fase di compilazione di richiesta iscrizione a registro, è stata dichiarata una classe energetica “inferiore a D” il che vuol dire che non ha acquisito alcuna priorità nella graduatoria del registro. Domanda: perché il portale GSE richiede obbligatoriamente il caricamento del documento ACE?

        1. Ah Giuliano…….se lo sapessi……sai quante volte mi chiedo perchè il GSE mi chiede delle cose ?.
          Purtroppo non lo so 🙁
          Tu pensa che ho inoltrato richiesta per un impianto integrato innovativo su un edificio con all’interno un’attività, ho consegnate ACE e mi chiedono ad integrazione cosa fanno là dentro, foto degli ambienti interni, devo descriver ele lavorazioni, come scaldano, perchp scaldano e perchè la mattina a colazione prendo il caffè.
          Ribadisco, spero finiscano gli incentivi, ormai è una barzelletta……..
          Scusa la divagazione, e scusa se non ho una risposta, ma ormai mi sono rifiutato di capire.

          1. Non devi assolutamente scusarti…anzi siamo noi che dobbiamo ringraziarti per tutto il lavoro che fai per tenere aggiornato il sito con notizie sempre interessanti e per la disponibilità che mostri a rispondere a tutti quelli che, come me, devono districarsi tra burocrazia e problematiche tecniche al fine di portare ad esercizio l’impianto.

  56. ciao stefano, ho un dubbio che spero tu possa aiutarmi a risolvere. Per un edificio ho prodotto l’ACE e l’ho allegata nel portale del GSE. Nelle regole applicative del V Conto energia, nel paragrafo relativo alla “certificazione energetica degli edifici” a metà pagina parla di un metodo di calcolo individuato dallo svolgimento dei punti a), b), c), d). ed alla fine riporta testualmente che “…il SR è tenuto a trasmettere al GSE sia l’attestato di certificazione energetica e l’eventuale documento riportante i calcoli di cui ai punti da a) a c)….” . Quindi la mia domanda è: in tutti i casi devo seguire questa procedura o solo in casi particolari (tipo iscrizione di impianti a registro) ?

    1. Ciao Riccardo, scusamo ma di certificazioni energetiche non ne so nulla, già faccio fatica con gli impianti elettrici 😉

    1. Ciao Michele, io non sono ferratissimo in materia, ho smesso per sopravvivenza di pensare alle certificazioni energetiche legate agli incentivi del ocnto energia. da quanto ha detto il GSE in pubblico varie volte NO. Non ho notizie di persone che hanno impianti su garage incentivati, ma questo non vuol dire che qualcuno non l’abbia fatto e io non ne sia a conoscenza. Oltretutto ormai siamo agli sgoccioli, inutile rimanere legati al conto energia, occorre una ventata di aria fresca (anche se capisco che nel tuo caso era conveniente).

  57. Buongiorno a tutti,
    volevo un’informazione.. ed un vostro parere.
    Installando un impianto fotovoltaico su una abitazione con impianto di riscaldamento alimentato da corrente elettrica, di potenza inferiore a 15 kW, e quindi non avendo la possibilità di fare l’ACE, come posso beneficiare degli incentivi del GSE?
    Chiamando il Call Center del GSE ho chiesto se era possibile allegare l’AQE (attestato di qualificazione energetica) alla richiesta della tariffa incentivante, piuttosto che l’ACE: su 4 chiamate ho ricevuto 3 no ed 1 si.
    Voi cosa ne pensate?
    Nel caso non fosse possibile anche secondo voi, allegare l’AQE alla richiesta d’incentivo da inviare al GSE, cosa mi proponete di fare?
    un GRAZIE in anticipo a tutti.

    1. Ciao Gloria, ho letto ma non ho risposto in quanto non è mia materia l’ACE, inoltre questa storia delle certificazioni per gli incentivi quinto conto energia mi è talmente andata di traverso che non ci ho più guardato 😉

  58. Volevo porre un quesito: un impianto fotovoltaico installato su un box, può ottenere le detrazioni del 50%?

    Grazie per una eventuale risposta.

    1. Ciao Walter, il mio commercialista ha detto che trattandosi di ristrutturazione edilizia l’intervento deve essere fatto sull’edificio. Ora se il box fa parte dlel’edificio è una domanda che esula dallemie competenze, onestamente è più una domanda da fiscalista/commercialista.

  59. Ciao Stefano,
    ho un quesito da porti: ho un capannone non dotato di impianto di riscaldamento, cat. C2, destinato ad attività produttiva per il quale devo fare richiesta di V Conto al gse (l’impianto è stato installato su falda). Ammesso essere “un edificio a destinazione produttiva non dotato di certificazione energetica”, quali caratteristiche devo selezionare in fase di richiesta incentivo affinchè compaia in scheda tecnica “impianto su edificio non dotato di attestato di certificazione energetica”? Mi pare assurdo che da parte del call center del GSE riesca a rispondermi!

    1. Ciao Sofia, sai che non ne ho idea ? ma nella sezione “tipo0logia di installazione” non c’è l’opzione “impianti su edifici a destinazione produttiva” ? O sbaglio ?

  60. Guarda, torturando gli operatori del GSE, sono riuscita a farmi dire che nella sezione “Tipologia del sito” va indicato in “altro” la specifica di “edificio destinato ad attività produttive non dotato di ACE”, e poi va selezionato “edificio asservito ad attività produttive”. Ovviamente non c’è scritto da nessuna parte delle Regole Applicative che quanto sopra riportato sia legato ad un soggetto responsabile con p.iva., ergo se il pod, per la particolare vicinanza del sito di installazione, è quello di un’abitazione, l’impianto va iscritto con soggetto responsabile persona fisica

  61. Ciao Stefano, ho una domanda: i kw prodotti da un impianto collegato alla rete, ma del quale non è stato ancora richiesto incentivo, non vengono rimborsati in alcun modo?
    Grazie in anticipo.

  62. buongiorno Stefano e Buon Anno a tutti….
    ho spulciato domande e risposte ma mi è rimasto un dubbio.
    La mia domanda d’incentivo è stata presentata nei termini corretti ma la pratica è ancora in “valutazione”, con l’impianto entrato in funzione il 20.01.13 e al momento non ho ricevuto ovviamente un soldo. Questo xchè la ditta solo a Luglio 2013(!) mi ha informato che il Gse (con il V conto energia) richiede la certificazione energetica…. io non ero al corrente e dato che mi costruisco la casa da solo (+o-) non prevedevo la possibilità di finirla se non entro ancora due anni.
    La mia domanda è: c’è una scadenza della domanda? quanto aspetterà il Gse la consegna della Cert. energetica e dell’abitabilità?
    Se sapessi questo potrei vedere se tentare di finire la casa oppure lasciar perdere e far causa alla ditta.
    Grazie a tutti anticipatamente

    1. Ciao Stefano, mi spiace per questa situazione, è davvero assurdo che chi ti ha seguito non ti abbia informato che con il quinto conto energia si poteva richiedere incentivi solo per abitazioni dotate di certificazione energetica (tra l’altro il GSE aveva comunicato ufficialmente che non avrebbe accettato certificazioni adirittura di abitazioni non completate, o ACE parziali).
      Onestamente non so come andrà a finire, ma non penso in modo positivo. La pratica è in valutazione e non ti è ancora stata richiesta integrazione ? Se è così prima o poi ti chiederanno l’integrazione della ACE, a quel punto credo tu abbia 30 giorni per mandarla. Ma se anche la mandi avrà data successiva alla richiesta di incentivi, quindi in pratica hai richiesto incentivi per un fabbricato che non aveva le caratteristiche per richiederli, e credo che la pratica sarà bocciata.
      In ogni caso io non sono in commissione GSE, quindi è solo il mio parere 😉

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