Quinto Conto Energia: alla conferenza delle regioni le proposte delle associazioni

Numerose associazioni di categoria si stanno muovendo verso la redazione di un documento unificato da inviare alle Regioni prima della prossima Conferenza Unificata tecnica.  Il 24 aprile si è svolto in mattinata a Roma il primo confronto tra i rappresentanti ministeriali e gli organi tecnici della Conferenza delle Regioni, un incontro con l’obiettivo del Governo di presentare ai membri della Conferenza Unificata i contenuti del Decreto di prossima emanazione. In seguito si è svolto un incontro tra i tecnici della Conferenza e le associazioni, unite nelle proposte a salvaguardia del settore (cosa che il V Conto Energia non sembra garantire).

Il Quinto Conto Energia (e non avevamo dubbi, come fu per il quarto) sta facendo discutere moltissimo, per quanto riguarda la riduzione delle tariffe, ma in modo molto più marcato per quanto riguarda il tetto massimo incentivabile di 500ML di euro. L’intento delle associazioni è quello di esprimere la necessità di un intervento da parte delle Regioni per ristabilire nei contenuti del Decreto sul V Conto Energia, quei criteri che vanno nella direzione della sostenibilità del settore, della salvaguardia degli investimenti in corso e della promozione dell’industria e dell’occupazione del nostro Paese.

Secondo le associazioni il Governo ha il dovere di ascoltare le proposte a favore dello sviluppo dell’unico settore che a fronte di una profonda crisi economica ha dimostrato di poter trainare in modo positivo l’economia creando grandi benefici per il paese. Vediamo quali sono in sintesi i punti (evidenziati in grassetto sottolineato) che le associazioni ritengono prioritari al fine di garantire lo sviluppo del settore ma anche la tutela degli investimenti già in corso e le  nostre considerazioni.

1) Elevare il target degli incentivi a 7 miliardi di €.

L’attuale tetto previsto di 500 milioni di € secondo le associazioni non sarà in grado di garantire il transito delle imprese verso la grid parity e l’abbandono del regime di sostegno. Ne parleremo in un prossimo articolo, ma il tetto previsto di incentivi è davvero limitante, e il meccanismo dei registri è stato subito contestato dalle associazioni di categoria. Aggiungiamo anche il fatto che al fine di assicurare l’effettivo controllo dei volumi incentivabili, al costo annuo indicativo degli incentivi disponibile in ciascun semestre a decorrere dal secondo, viene detratto il costo indicativo annuo degli incentivi attribuibile agli impianti al di sotto dei 13kW che non accedono al registo, con il rischio di vedersi chiudere i registri ancor prima della loro apertura per i semestri successivi al primo.

2) Limitare l’introduzione del meccanismo del Registro agli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 KWp
Secondo le associazioni il limite dei 200kW limiterebbe le speculazioni senza aggiungere per i grandi impianti ulteriore burocrazia (registro) e incertezza. Su questo non siamo molto d’accordo. Il Quarto Conto Energia a nostro avviso ha dimostrato che la limitazione introdotta dal registro non ha del tutto eliminato fenomeni speculativi. Non sono rari casi di impianti in scambio sul posto da 200kW con prelievi di pochi kW creati ad arte per eludere il registro dei grandi impianti. Questa consuetudine (permessa dalle regole del Quarto Conto) non va di sicuro a sostegno di una soluzione più orientata verso l’autoconsumo. Vanno invece secondo noi incentivate soluzioni più mirate verso aziende che intendono limitare i costi dell’energia ed essere più competitive nel mercato.

Una soluzione potrebbe essere quella di evitare il registro per impianti fino a 50-100kW a servizio di attività produttive che autoconsumano almeno il 50% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico (abbiamo indicato dei valori quale esempio, la cosa andrebbe valutata e approfondita). In questo caso si darebbe veramente lo stop ai furbi, e si orienterebbero le aziende ad investire nel fotovoltaico.

3) Ripristinare il premio per l’utilizzo di componentistica Made in Europe, quello sullo smaltimento dell’amianto, quello sull’efficienza energetica e l’innovazione.
Sul premio amianto, efficienza energetica e innovazione siamo d’accordo, su quello per produzione Europea un po’ meno. Abbiamo visto cosa ha significato produzione Europea per il IV Conto Energia, ovvero decine di aziende che hanno ottenuto la certificazione Europea per il solo motivo di aver prodotto pannelli con wafer di silicio prodotto in Europa, ma con processo produttivo e assemblaggio praticamente made in Cina (ed infatti ci sono state molte proteste dei “veri” produttori Europei, leggi l’approfondimento). Ora ci chiediamo perchè non proporre un premio minore (5%?) per moduli prodotti nell’Unione Europea (almeno stringatura, assemblaggio/laminazione e test elettrici) e uno maggiore (10%) per moduli prodotti in Italia con gli stessi criteri. L’attuale premio secondo noi ha solamente creato un mercato distorto dove moduli con le stesse caratteristiche costavano 0,2-0,3 €/W in più senza alcun motivo davvero rilevante.

Per quanto riguarda il premio amianto non siamo molto fiduciosi, il Governo prima o poi obbligherà a smaltire l’amianto, quindi non crediamo che si sforzi più di tanto per pagare lo smaltimento con la tariffa del fotovoltaico, anche se in un certo senso lo smaltimento viene aiutato, garantendo posizioni prioritarie nel registro.

4) Data di entrata in vigore: si chiede un periodo transitorio di “tre mesi” dalla data di raggiungimento dei 6 Miliardi di €
Su questo riteniamo non ci sia spazio per discussioni, un periodo transitorio è indispensabile per garantire che impianti di grosse dimensioni possano entrare in esercizio con il IV Conto Energia salvaguardando gli investimenti già fatti, i grossi impianti hanno tempi molto lunghi di realizzazione e una grossa inerzia dovuta soprattutto alla burocrazia, lasciare solo 3 mesi di tempo (dalla stesura del testo ufficiale all’eventuale data di entrata in vigore che potrebbe essere il 1 luglio) sembra davvero assurdo. Dovrebbero rientrare almeno gli impianti che hanno già accettato il preventivo per la connessione, che abbiano già comunicato la fine opere strettamente necessarie, e che vengano ultimati (non allaccaiti) entro un certo limite di tempo dall’entrata in vigore del Quinto Conto Energia (con eventuali meccanismi di verifica anche da demandare al distributore di rete).

5) Retroattività e tutela degli investimenti
Occorre evitare provvedimenti retroattivi sulle realizzazioni già effettuate. Su questo non possiamo che essere d’accordo.

6) Sistema innovativo di sostegno al mercato in grid parity tramite il meccanismo dello scambio sul posto
Ripristinare lo scambio sul posto fino a 200 kW. Estendere il meccanismo anche oltre 200 kWp, come opzione alternativa al Quinto Conto Energia, senza erogazione di tariffe incentivanti a fronte di una sburocratizzazione del mercato. L’innalzamento del valore di potenza per l’accesso al meccanismo dello scambio sul posto aprirebbe la strada alle prime applicazioni del fotovoltaico in grid parity, senza incidenza di costo alcuno per la collettività.

7) Moderato innalzamento delle tariffe base
Su questo punto siamo ovviamente d’accordo, ma secondo noi occorrerebbero altri sistemi per garantire un maggiore tetto incentivante, anche lasciando tali le tariffe. Ad esempio si potrebbero reinvestire negli incentivi del V Conto Energia eventuali incentivi destinati ad impianti che siano risultati irregolari e/o sequestrati, e che quindi non riceveranno le tariffe dei precedenti conti energia.

Queste sono in sintesi i principali punti presentati ai tecnici della Conferenza delle Regioni, anche se ci preme una considerazione finale. Nello stesso periodo del 2011, si stava parlando delle stesse cose (non proprio le stesse nel dettaglio perchè diverso era il Conto Energia), evidentemente aprile è il mese dedicato al Conto Energia (come dire che i decreti del governo sono così lungimiranti da non andare oltre l’anno di vita). E se vi ricordate (basta cercare sul web le parole “conferenza regioni fotovoltaico 2011”) anche allora nessuno era d’accordo con il Conto Energia e nessuno diede parere positivo. Il governo andò avanti senza preoccuparsi più di tanto, cambiando forse poche virgole,  con la firma del decreto 5 maggio 2011.

Non siamo molto fiduciosi riguardo eventuali passi indietro sul V Conto Energia. Speriamo di sbagliarci.

Le associazioni che hanno prodotto i documenti e le proposte presentate sono le seguenti (fonte dell’elenco qualenergia.it):

• AES – Azione Energia Solare
• AGROENERGIA
• AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali
• ANEST – Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica
• ANEV – Associazione Nazionale Energia dal Vento
• ANIE-GIFI – Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane
• ANTER – Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili
• APER – Associazioni Produttori Energia da Fonti Rinnovabili
• ASCOMAC – COGENA
• ASSIEME – Associazione Italiana Energia Mini Eolico
• ASSO ENERGIE FUTURE
• ASSOLTERM – Associazione Italiana Solare Termico
• ASSOSOLARE – Associazione Nazionale dell’industria Solare Fotovoltaica
• ATER – Associazione Tecnici Energie Rinnovabili
• CIB – Consorzio Italiano Biogas
• COMITATO IFI – Industrie Fotovoltaiche Italiane
• CPEM – Consorzio dei Produttori di Energia da Minieolico
• FEDERPERN – Federazione Produttori Idroelettrici
• FIPER – Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili
• GIGA – Gruppo Informale per la Geotermia e l’Ambiente
• ISES ITALIA
• KYOTO CLUB

Author: Stefano Caproni

Perito Elettrotecnico, mi occupo di progettazione di impianti elettrici, energie rinnovabili, consulenza e progettazione di impianti fotovoltaici. Profilo linkedIn

2 commenti a “Quinto Conto Energia: alla conferenza delle regioni le proposte delle associazioni

  1. Bisognerebbe ricordare a tutti e smettere di sognare poichè questi signori che ci governano ci stanno dicendo : Signori con il fotovoltaico la produzione di energia è si, diffusa senza perdite e si produce dove viene utilizzata , ma non possiamo accettare che Voi ( Popolo) vendiate a Noi ( Paperoni) l’energia, siamo Noi in pochi a doverla gestire , venderla a Voi quando vi serve al prezzo che diciamo Noi, Non potete voi ribaltare in maniera cosi’ democratica una posizione da Noi acquisita da decenni , e Voi ( Comunisti e Liberisti ) vorreste fare da voi e magari risparmiare o guadagnare soldi per magari pagarvi l’IMU,!!!! Continuate a spendere ci siamo Noi ad incassare anche perchè con la sfortuna di FUKUSHIMA non possiamo fare piu’ le centrali Nucleari che ci aveva promesso Scaiola and Friends ed allora ora ci pensa Clini e Passera ad accontentarci, infatti alla faccia Vostra ci fa il Decreto RInnovabili elettriche che ci porterà al 35% di Rinnovabili con IDRO /BIOMASSA/ BIOGAS /TERMODINAMICO/GEOTERMICO e come vedete sono impianti che possiamo fare solo NOI che abbiamo accesso al CREDITO e che siamo grandi imprese , mica Voi sul Vostro tetto , voi come vedete non potrete fare piu’ nulla il fotovoltaico sta morendo e d il solare termico Clini e passera lo hanno dimenticato. Dunque sui vostri tetti mettete le Cicogne . DUNQUE :ENERGIA PULITA PER TUTTI, MA FATTA DA POCHI PAPERONI , VOI POPOLO DOVETE SOLO CONSUMARE E COMPRARE A FARE GLI im”PRENDITORI” ci pensiamo NOI.

    IO LEGGO QUESTO, NEL LABBIALE DI QUESTO GOVERNO TECNICO

    sono d’accordo la ricchezza distribuita non è una priorità del governo , giusto meglio l’IMU per tutti che una Patrimoniale per pochi , invece gli incentivi del FV erano Molti per pochi 1,3 % degli impianti ( 4500 ad oggi) per 3,5 MLD di euro (60% del totale ) e POCHI Incentivi per Molti 355500 impianti 98,7 % per relativi 3MLD di Euro il 40% del totale ( leggete http://www.essei.it considerazioni 5 Conto pdf )

    Cosa ne dite ???

    Massimo

  2. Ciao Massimo,
    sono sostanzialmente d’accordo con te. Hai letto cosa avrebbe detto il ministro Passera in un’audizione ? Che nuovi pozzi ed estrazioni di gas e greggio porterebbero 25.000 nuovi posti di lavoro. Però non ha parlato di quelli che verranno persi con il progressivo abbandono delle rinnovabili (o parte di esse) causa mancato sostegno del governo. Il nodo cruciale è proprio quello che hai scritto, l’energia deve essere monopolio di pochi (sempre gli stessi), la generazione distribuita non interessa a nessuno, ma servirebbe e non poco.
    Ma oltre agli impianti stiamo perdendo cervelli, idee, voglia di crescere, ricerca su nuove fonti di energia o sviluppo delle tecnologie esistenti.
    Al di la dei termini che hai usato, liberisti o populisti (l’ultima cosa che mi interessa sul mio portale è fare politica) credo che la tua sintesi sia abbastanza esplicativa:
    “………….signori con il fotovoltaico la produzione di energia è si, diffusa senza perdite e si produce dove viene utilizzata , ma non possiamo accettare che Voi ( Popolo) vendiate a Noi ( Paperoni) l’energia, siamo Noi in pochi a doverla gestire , venderla a Voi quando vi serve al prezzo che diciamo Noi, Non potete voi ribaltare in maniera cosi’ democratica una posizione da Noi acquisita da decenni , e Voi ( Comunisti e Liberisti ) vorreste fare da voi e magari risparmiare o guadagnare soldi per magari pagarvi l’IMU,!!!! …………….”
    Che altro dire ?

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