Stanchezza cronica, allergie, disturbi della vista o sessuali, difficoltà di concentrazione. Ecco alcuni dei rischi che tutti noi corriamo per effetto dell’elettrosmog, “nuova” forma di inquinamento derivante dall’esposizione ai campi elettromagnetici. Computer, televisori, stereo, radiosveglie, aspirapolvere, rasoi elettrici, asciugacapelli, forni a microonde, lavatrici: la nostra è una vita “esposta”. Basterebbe evitare di tenere in stand-by la tv, tenere a giusta distanza dal proprio letto orologi, radio, segreterie telefoniche e preferire l’uso dell’auricolare per i telefoni cellulari. Se ne è parlato in un convegno organizzato a Catania dall’Ordine e Fondazione Ingegneri Catania
Lontani da ogni inutile forma di allarmismo, non si possono certo ignorare i frequenti dubbi e timori che trovano risposte e rassicurazioni solo nella conoscenza tecnica e nella prevenzione. A definire l’elettrosmog una forma di «inquinamento subdolo» è stato il Commissario straordinario di Arpa Sicilia (Agenzia regionale protezione ambiente) Salvatore Cocina, ospite del seminario di presentazione del corso formativo su tale tematica, organizzato dall’Ordine e della Fondazione degli Ingegneri della provincia di Catania: «In qualità di organo tecnico della Regione – ha continuato Cocina – l’Arpa risente delle recenti restrizioni che hanno portato alla riduzione di risorse strumentali e umane. Purtroppo la Sicilia fa rimando a normative datate, non si è dotata di nuove regolamentazioni come per il resto d’Italia e oggi i livelli di controllo per la tutela della salute pubblica sono tra i più bassi. Il settore dei campi elettromagnetici è delicato e merita la giusta attenzione per garantire la sicurezza di tutti».
Nel corso dell’incontro – moderato dal segretario della Fondazione Alfio Grassi – sono stati messi in luce gli aspetti normativi, burocratici e tecnici dell’argomento, grazie agli approfondimenti curati dall’esperto in campi elettromagnetici Alfredo Cavallaro e dal dirigente Unità operativa Arpa Sicilia Salvatore Caldara che si è soffermato sul ruolo dell’Ente nelle attività di monitoraggio e intervento. Questi alcuni dati: l’Arpa Sicilia effettua circa 400 controlli e 190 monitoraggi annui per le Rf (alte frequenze), solo a Catania ci sono 13 centraline (3 Rf e 16 Elf – basse frequenze). Esistono anche i cosiddetti “siti complessi”, in cui più trasmettitori insieme superano il limite di legge consentito: due esempi sono quelli dell’impianto Rai a Monte S. Anna (prov. Caltanissetta) e Valverde (prov. Catania).
«Per la prima volta proponiamo una formazione specifica su questo settore – hanno commentato i presidenti dell’Ordine e della Fondazione Ingegneri Carmelo Maria Grasso e Santi Maria Cascone – mettendo a disposizione dei professionisti un corpo docenti di altissimo profilo e aprendo un varco a nuove opportunità di lavoro. Non essendoci certezze scientifiche sugli effetti biologici correlati all’esposizione ad alta e bassa frequenza, è bene perseguire un criterio cautelativo che con il giusto supporto degli enti e dei professionisti competenti tuteli la salute pubblica e dell’ambiente circostante».