Abbiamo più volte scritto che ogni adeguamento relativo agli impianti fotovoltaici crea un sottobosco di improvvisati del settore che si propongono in aiuto dei produttori con pacchetti chiavi in mano a prezzi che lasciano piuttosto perplessi gli addetti ai lavori.
Non sfugge a questa superficiale metodologia di lavoro l’imminente scadenza relativa agli impianti di produzione connessi alla rete MT di distribuzione, ed in particolare dell’implementazione dei sistemi di teledistacco dei gruppi di generazione, argomento dl quale abbiamo già abbondantemente parlato e che quindi evitiamo di descrivere ulteriormente (per gli approfondimenti potete leggere qua).
La cosa che ci lascia perplessi, è questa miriade di offerte a costi incredibilmente contenuti, che lasciano quindi spazio a fondatissimi dubbi sia sulla certezza che siano state considerate tutte le variabili, sia sulla effettiva fattibilità dell’intera operazione. Se affrontiamo il problema in modo superficiale e alla domanda del Sig. Rossi che ci chiede “……….ma io cosa devo fare per adeguarmi =?……..” rispondiamo che basta installare e collegare un modem all’impianto e compilare un po di carta, allora forse il Sig Rossi può convincersi che 700-800 euro siano una cifra coerente (abbiamo scritto 700-800 euro perchè abbiamo potuto constatare che molte offerte si aggirano su quell’importo).
Si tratta in genere di offerte che i produttori ricevono da aziende sconosciute, che battono a tappeto il mercato con l’evidente scopo di mettere insieme una massa critica, nell’erronea convinzione che sia il numero di interventi a determinarne il valore.
Infatti, se analizziamo l’operazione da un punto di vista un po’ meno superficiale, o meglio (consentitemelo), da un punto di vista un po più tecnico, le cose non stanno affatto così. L’intervento in oggetto implica un’analisi del sito molto più accurata, al fine di identificarne le criticità, eventuali problematiche, possibili ostacoli tecnici all’installazione del modem e al suo funzionamento.
In teoria i modem sono tutti conformi, ma spesso le interfacce installate non hanno a disposizione l’ingresso dedicato al telescatto, in quanto spesso gli stessi sono occupati per il monitoraggio dello stato del DDI o per inibizioni varie relative a software di riarmo. In questi casi, alla spesa per il modem (350 euro ?) potrebbe aggiungersi la spesa per un modulo ingressi da collegare all’interfaccia (se esiste, 300 euro ?). Non sempre è disponibile un contatto del DDI, gli impianti di potenza non superiore a 400kW non avevano bisogno del rincalzo, quindi non è detto che il DDI abbia un contatto disponibile.
Ecco che siamo già arrivati ad una ipotesi non tanto remota di spesa che va dai 350 ai 600 euro solo di materiale, a cui dobbiamo aggiungere la manodopera per il sopraluogo sul posto, l’installazione delle apparecchiature e la verifica di coerenza degli schemi con quanto realizzato. Infatti, occorre identificare tutte le parti di impianto sulle quali dobbiamo intervenire (contatti del DDI, ingressi interfaccia per verificare che non siano già occupati, etc) e non sempre gli schemi elettrici coincidono (molte aziende sono scomparse dopo l’installazione degli impianti, soprattutto nel biennio 2010-2011 senza lasciare nemmeno gli schemi elettrici aggiornati).
Abbiamo scritto poche righe e siamo già arrivati a cifre che vanno dai 600 ai 900 euro. Non andiamo oltre per non annoiare, e terminiamo con l’aspetto burocratico. Ancora nessun gestore di rete ha attivato le procedure per la gestione della pratica di adeguamento, quindi non sappiamo ancora quali documenti occorra consegnare. Schemi aggiornati ? Dichiarazioni sostitutive di atto notorio ? Nuovo regolamento di esercizio ? (lo richiede la delibera). A quanto possono ammontare le spese tecniche tenendo ben presente che ancora non sappiamo quali documenti consegnare ? 300 euro ?
Dulcis in fundo, come richiesto dalla delibera, bisogna ricordare che, entro 30 giorni dalla comunicazione dell’adeguamento, le imprese distributrici devono verificare l’effettiva installazione delle apparecchiature, con prove da remoto che, se saranno negative per 3 volte consecutive, implicheranno una verifica sul posto da parte del gestore di rete. Questa breve ma assai significativa frase, implica il rischio di doversi recare anche ulteriori 3 volte presso il sito oggetto dell’intervento, aggiungendo inoltre che il modem va programmato con le esatte indicazioni che si riceveranno dal gestore di rete (non essendoci ancora l’elenco dei messaggi di testo, probabilmente i modem saranno da configurare).
Di conseguenza ci risulta difficile, se non impossibile, capire come si possa credere che quanto sopra sia realizzabile con 700-800 euro, senza conoscere l’impianto, senza sapere ancora che documentazione i gestori di rete richiedano, o meglio quale sia l’entità dell’aggiornamento del regolamento di esercizio, e magari arrivando da 300 chilometri di distanza (i soli costi di trasferta forse arrivano a 500 euro). Anche se non siamo molto propensi a scrivere cifre, riteniamo che una prestazione del genere, tra i costi e le spese tecniche, non possa costare meno di 1.200-1.300 euro nel caso si conosca l’impianto sul quale si interviene, o anche assai di più se si deve operare su impianti installati da altri o se i tecnici arrivano da distanze considerevoli.
Il nostro consiglio è sempre lo stesso, il fotovoltaico non è un oggetto da offrire al miglior offerente, occorre affidarsi a persone competenti e preparate, e già dall’offerta che si riceve si possono capire tante cose. Quindi informatevi e fate domande, leggete e non affidate il vostro impianto al primo che passa, cercate di capire se chi vi sta facendo la proposta abbia davvero capito l’entità dell’intervento.
Copiamo sotto alcuni passi fondamentali della delibera 421 in modo da evidenziare la necessità di rivolgersi a persone competenti e preparate.
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2.5 A seguito del ricevimento della comunicazione di cui al comma 2.3, le imprese distributrici di riferimento verificano tempestivamente (e comunque entro due mesi dalla data di ricevimento della predetta comunicazione o entro il 30settembre 2015 qualora successivo a tale data di ricevimento) l’effettiva installazione, da parte dei produttori per cui vige l’obbligo ed entro le tempistiche definite dal presente provvedimento, dei sistemi atti a consentire il teledistacco da remoto nonché il loro corretto funzionamento. Tali verifiche sono effettuate tramite prove da remoto in relazione all’effettivo invio, ricevimento e implementazione del segnale e, qualora sia stato riscontrato per almeno tre volte un esito negativo, sono seguite da un sopralluogo sull’impianto di produzione per verificare l’avvenuta installazione dei dispositivi richiesti e i motivi del mancato funzionamento.
E’ vero che ciascun impianto è diverso e che l’installazione richiede un sopralluogo + un intervento per l’installazione.
Io ho provato l’Easy FV della Shitek, si adatta bene a tutte le situazioni, e ha i comandi configurabili così se poi il gestore decide di cambiare i comandi a piacimento con questo prodotto si è compliant in ogni caso.
Buonasera a tutti,
sono alle prese con la necessità di adeguare un impianto alla Del 421/A72 per il teledistacco. Si tratta però di un impianto in due sezioni: un cogeneratore a biogas di 350 kW ed un impianto fotovoltaico da 200 kW, connessi sotto lo stesso POD. Secondo voi, il teledistacco può essere gestito insieme per le due sezioni (la centralina dell’interfaccia fotovoltaico è interbloccata con quella del cogeneratore), oppure va trattato separatamente per le due sezioni?
Le norme CEI 0-16 sono cambiate per quanto riguarda l’allegato M relativo al teledistacco.
Nell’edizione del 2014 il testo era:
“Le prescrizioni qui contenute si applicano agli impianti di generazione non programmabili da
fonte rinnovabile fotovoltaica ed eolica che presentano potenza nominale complessiva dei
gruppi di generazione maggiore o uguale a 100 kW. ”
Nell’edizione 2019 il testo è diventato:
“Le prescrizioni qui contenute si applicano a tutti gli impianti di generazione che presentano
potenza nominale complessiva dei gruppi di generazione maggiore o uguale a 100 kW.”
Quindi non vi è più distinzione tra fonti rinnovabili e non rinnivabili, tra eolico/fotovoltaico e il resto.
Se fai adesso l’adeguamento ritengo debba essere conforme alle CEI vigenti, quindi direi che va staccato tutto.
E forse è anche meglio, perchè con le due interfacce in logica OR secondo me sarebbe stato molto difficile staccare solo il fotovoltaico.
Grazie dell’informazione, in effetti anche secondo me è anche più logico. Buona giornata