Governo nuovo, problemi vecchi. Lavorare nel settore delle rinnovabili ormai è un calvario. E stato pubblicato il Decreto Legge 24/01/12 n. 1 “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività” (ancora da convertire in Legge). Il decreto introduce novità relativamente agli impianti fotovoltaici, in particolare su terreni agricoli. Vediamo una parte dell’art. 65:
“………………
1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non e’ consentito l’accesso agli incentivi statali di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
2. Il comma 1 non si applica agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del presente decreto o per i quali sia stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro la medesima data, a condizione in ogni caso che l’impianto entri in esercizio entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Detti impianti debbono comunque rispettare le condizioni di cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
………………….”
Se pensiamo anche allo stop che il GSE ha dato ai grandi impianti, con la chiusura dei registri e di fatto il blocco dei grandi impianti sino al 31 dicembre 2012, si configura una situazione grottesca. Chi avesse un impianto su area agricola già autorizzato, potrebbe realizzarlo a patto che entri in esercizio entro gennaio 2013, ma fino al 31 dicembre 2012 nessun grande impianto può accedere agli incentivi. In questo caso si dovrebbe realizzare l’impianto e farlo entrare in esercizio entro gennaio 2013 e richiedere la tariffa incentivante per il 2013, sperando che nel frattempo qualcuno non si inventi qualche altro decreto per complicargli la vita.
Ma oltre a quanto sopra vi è da considerare un altro aspetto ben più pesante per gli investitori. L’art. 65 cita “…..detti impianti debbono comunque rispettare le condizioni di cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28….” . I commi citati sono quelli che impongono il limite di taglia di 1 MW e del 10% della superficie agricola destinabile da un soggetto all’impianto fotovoltaico. Però il decreto Romani stabiliva che queste condizioni dovessero esser rispettate solo dagli impianti entrati in esercizio dopo il 28 marzo 2012.
Abrogando di fatto quanto previsto dal decreto Romani, il nuovo decreto di gennaio, impedisce l’accesso alla tariffa incentivante agli impianti che non rispettino le caratteristiche dei commi 4 e 5 del d.Lgs 28 e che non siano entrati in esercizio entro il 24 gennaio 2012. Un notevole danno per gli investitori che avevano programmato impianti con entrata in eservcizio entro il 28 marzo.
Onestamente noi ci stiamo un po perdendo nel labirinto normativo. Non è possibile pensare che si possa investire in energie rinnovabili continuando a cambiare le carte in tavola ogni 3 mesi. Oltretutto il Ministro per l’Ambiente Clini, da quanto si legge sulla stampa, sta insistentemente dicendo che gli incentivi per il fotovoltaico sono troppo alti, e come tutto ciò sia sintomo di un qualcosa di “disturbato”.
A nostro avviso gli unici disturbati al momento sono gli addetti del settore, sfiancati dai decreti e dalle continue modifiche delle norme, dei certificati, delle modalità di accesso agli incentivi. Ormai sembra una barzelletta.